Incentivi alle imprese: riassetto da 12 miliardi

Archiviata la riforma del lavoro e confezionata la delega sul nuovo fisco partirà ufficialmente il cantiere dei nuovi incentivi alle imprese. Il governo è già in moto per preparare il riassetto e alla fine di questa settimana dovrà essere pronto il censimento su tutti gli strumenti in essere, sulle domande accolte, i finanziamenti concessi, quelli erogati e quelli congelati, le misure in attesa di rifinanziamento e quelle che risultano essere degli inutili doppioni. Contemporaneamente, con l'entrata in vigore della legge di conversione del decreto liberalizzazioni, scatta la norma che affida nuovi poteri all'Agenzia Invitalia per accelerare la realizzazione di interventi strategici nel Mezzogiorno con risorse Ue e del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Riforma degli incentivi e corsia preferenziale per le azioni al Sud sono due facce di una stessa medaglia. In entrambi i casi si proverà a cancellare sacche di inefficienza e rallentamenti burocratici che hanno spesso lasciato solo su carta le azioni a sostegno dell'economia reale.

Il censimento sugli aiuti alle imprese ordinato dal ministero dello Sviluppo parte da un plafond teorico di quasi 12 miliardi di euro che emergono sommando 97 strumenti a carattere nazionale e quasi 1.200 regionali. Il piano prevede il taglio di almeno 40 meccanismi gestiti a livello nazionale, in primis da ministero dello Sviluppo economico e dell'Istruzione Università e Ricerca, e il potenziamento della legge 181 per il rilancio delle aree industriali. Ad ogni modo gli interventi andranno calibrati sulla base del monitoraggio in corso: lo Sviluppo economico ha inviato un lungo questionario alle amministrazioni centrali, alle Regioni, all'Agenzia delle Entrate, a Invitalia, a Simest e ad altri soggetti interessati per censire i regimi di aiuto, le finalità (internazionalizzazione, ricerca, accesso al credito etc.), i beneficiari (pmi, grandi imprese), i settori di intervento (industria, artigianato, commercio, turismo), la tipologia di investimento e l'agevolazione (contributo in conto capitale, credito di imposta, partecipazione al capitale eccetera), lo stato delle agevolazioni (approvate, erogate, revocate). La riorganizzazione generale degli incentivi, che avrà come primi "firmatari" i ministri Corrado Passera e Francesco Profumo, riserverà un focus specifico alla ricerca e innovazione con l'obiettivo di rilanciare soprattutto l'utilizzo di strumenti automatici come il credito di imposta.

Contemporaneamente l'esecutivo lavora al cantiere Mezzogiorno con il ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca impegnato in prima linea. Andrà verificata sul campo, già nei prossimi mesi, l'efficacia dell'articolo 55 bis del decreto liberalizzazioni dedicato all'«accelerazione degli interventi strategici per il riequilibrio economico e sociale». Le amministrazioni centrali potranno avvalersi di Invitalia, mediante convenzione, per le attività economiche, finanziarie e tecniche in tutte le fasi di realizzazione di interventi per le aree sottoutilizzate finanziati da risorse Ue e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (il vecchio Fas). Dallo studio di fattibilità al progetto esecutivo e alle gare per l'affidamento dei lavori: in luogo dei "vecchi" commissari straordinari, i cui interventi hanno avuto dubbia fortuna, Invitalia dovrà essere il braccio tecnico per accorciare i tempi che per l'intero ciclo sforano in alcune circostanze anche i 36 mesi. L'Agenzia guidata dall'a.d. Domenico Arcuri potrà supportare le amministrazioni centrali anche con anticipi di cassa necessari ad avviare quantomeno gli studi di fattibilità e, secondo le prime indicazioni, dovrebbe essere coinvolta dai vari ministeri interessati su interventi nei settori dei beni culturali, delle aree di crisi industriale, della ricerca e delle emergenze ambientali.

(Fonte: Il Sole 24 Ore - Imprese e territori)

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