Credit crunch (o stretta del credito): pronti 10 miliardi per le PMI

Messi in campo altri 10 miliardi di euro per le pmi dalla Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), di questi 2 miliardi saranno dedicati ai a sbloccare i crediti che le imprese vantano verso la pubblica amministrazione. Dopo gli otto miliardi messi a disposizione nel 2010 la Cdp rilancia. Oggi, a Roma, dalle 10,30 alle 11,30, presso la sede della di via Castelfidardo, si terrà la presentazione della convenzione tra l'Associazione bancaria italiana e la Cdp, che mette a disposizione delle banche un plafond di 10 miliardi di euro per sostenere le piccole e medie imprese.

L'introduzione allo strumento sarà fatta dal presidente e dall'amministratore delegato della Cdp, Franco Bassanini e Giovanni Gorno Tempini e dal Direttore Generale dell'Abi, Giovanni Sabatini. La convenzione precedente ha visto la Cdp mettere a disposizione 8 miliardi di fondi, che sono stati utilizzati nel biennio 2010, 2011, con qualche residuo che è arrivato al 2012. Lo strumento, apprezzato dalle pmi è stato utilizzato per finanziare sia investimenti da realizzare o in corso di realizzazione, anche sotto forma di leasing, sia per supportare l'incremento del capitale circolante, senza limitazioni particolari. Non era previsto un importo massimo di finanziamento concedibile né una durata massima del finanziamento, che rimaneva quindi a discrezione della banca concedente.

Il finanziamento poteva essere richiesto direttamente in una delle banche che hanno aderito alla convenzione. I termini e le condizioni dei finanziamenti per le pmi erano negoziati e determinati dalle banche nella loro assoluta autonomia. La differenza principale dal punto di vista operativo, rispetto ai canali standard di finanziamento, è rappresentata dal fatto che la convenzione Abi-Cdp obbligava la banca che istruiva il finanziamento a comunicare l'eventuale esito negativo dell'istruttoria in forma scritta direttamente alla pmi.

A questo si aggiunge che questo strumento diventa uno dei pochi che destina fondi effettivamente da utilizzare esclusivamente per finanziare le imprese. Le banche che sottoscrivono l'accordo hanno il vantaggio di finanziare le imprese con provviste dedicate, messe a disposizione dalla Cdp. L'operazione vede tre attori, uno la pmi che richiede il finanziamento, la banca che effettua l'istruttoria bancaria, e se ne assume l'onere in caso di insolvenza e infine la Cdp che mette a disposizione la liquidità. Da sottolineare che è uno dei pochi strumenti che premette di effettuare finanziamenti a medio periodo in un momento in cui i finanziamenti a medio sono introvabili. (fonte: ItaliaOggi)

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